Page 714 - Shakespeare - Vol. 4
P. 714
ATTO V EN
Scena I EN
Entrano Leonte, Cleomene, Dione, Paolina (e) servitori.
CLEOMENE
Signore, avete fatto abbastanza, e sopportato
le pene di un santo: non potevate commettere peccato,
che non abbiate redento; in verità, la vostra penitenza
è superiore alla colpa commessa: infine,
fate come han fatto gli dei, dimenticate il male compiuto,
e con essi, perdonate a voi stesso.
LEONTE
Finché ricordo
lei, e le sue virtù, non scorderò
le mie accuse, e sempre penso
al torto che da me mi feci: e che fu sì grande
che il mio regno ha privato di un erede,
ed ha distrutto la più dolce compagna da cui mai uomo
abbia generato le sue speranze.
PAOLINA
Vero, troppo vero, mio signore:
se, una dopo l’altra, voi le sposaste tutte, al mondo,
o se di ognuna prendeste la miglior parte,
per far la donna perfetta, quella che avete uccisa
rimarrebbe impareggiabile.
LEONTE
Lo penso anch’io. Uccisa!
Quella che io ho uccisa! Così ho fatto: