Page 71 - Shakespeare - Vol. 4
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e lettere giungono alla corte
di re Simonide, il cui tenore è questo:
morti Antioco e la figlia sua,
gli uomini di Tiro sul capo
di Elicano vorrebbero porre
la corona di Tiro, ma egli non vuole.
Lo scontento si affretta a reprimere 176
e dice loro che se il re Pericle
tra dodici lune non dovesse tornare
egli, obbedendo al loro volere,
prenderà la corona. Tutto questo,
qui a Pentapoli riportato,
delizia 177 tutti quanti attorno,
e ognuno applaudendo dice:
“È dunque un re il nostro erede!
Chi mai l’avrebbe sognato o pensato?”
In breve, deve Pericle presto partire per Tiro.
La sua regina incinta esprime il desiderio
− e chi oserà ostacolarlo? 178 − di andare con lui.
Omettiamo tutti i sospiri e gli affanni. 179
Licorida, la sua nutrice, ella prende con sé
e via sul mare. Oscilla il vascello
sull’onda di Nettuno; e già metà acqua
la sua chiglia ha tagliato, 180 quando di nuovo 181
l’umore della fortuna muta; 182 l’orrido nord
erutta tale tempesta che, come un’anatra
che si tuffa per salvarsi la vita,
così avanza su e giù la povera nave.
Urla la donna e ahimè 183 per la paura
è presa dalle doglie del parto.
E quel che segue in questa atroce tempesta
dovrà coi suoi mezzi essere rappresentato.
Io non voglio raccontarlo; l’azione
può convenientemente mostrare il resto,
come non poteva fare per quello che ho ora narrato. 184
Nella vostra immaginazione vogliate pensare
questa scena la nave, sul cui ponte
sbattuto dalle onde Pericle appare a parlare.