Page 625 - Shakespeare - Vol. 4
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la vostra faccia alterata è per me uno specchio
che mi mostra la mia, pure, alterata;
perciò devo essere io la causa di questo cambiamento,
trovandomi così cambiato io stesso.
CAMILLO
C’è una malattia
che in alcuni di noi sconvolge gli umori, ma
io non posso nominare il malanno, e voi
lo diffondete, anche se state bene.
POLISSENE
Io lo diffondo?
Non ditemi ora che ho l’occhio del basilisco. 15
Ho guardato migliaia di persone, e direi che
ne han tratto profitto, nessuno, almeno, è mai morto.
Camillo − per il gentiluomo che è certo in voi,
e per la vostra cultura ed esperienza, che adornano
la nobiltà non meno del nome illustre,
ereditato dagli avi, − vi scongiuro,
se sapete qualcosa di cui è giusto
ch’io sia informato, non tenetemi
nell’ignoranza, nascondendomela.
CAMILLO
Non posso rispondere.
POLISSENE
Un male che io diffondo, mentre sto bene?
Devo aver una risposta. Mi senti, Camillo?
Io ti chiedo, per tutti i doveri
che l’onore comporta, e tra i quali non è da trascurare
questa mia richiesta, che tu riveli
quale malanno tu sospetti
che mi strisci contro, quanto è lontano, o vicino,
come si può prevenire, se si può:
e se no, come meglio sopportarlo.