Page 58 - Shakespeare - Vol. 4
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PERICLE
(a parte)
Quel re è per me come il ritratto di mio padre
che mi dice quale gloria egli ebbe una volta:
aveva principi come stelle seduti intorno al suo trono,
ed egli era il sole che essi riverivano.
Chiunque lo guardasse, come astro minore,
doveva chinar la testa alla sua supremazia; 147
mentre ora suo figlio è come la lucciola notturna,
che s’accende nel buio e scompare nella luce; 148
e da questo io vedo che il Tempo è il re degli uomini:
è insieme il loro genitore ed è la loro tomba,
e dà loro quel che vuole, non ciò che essi desiderano.
SIMONIDE
Allora, siete allegri, cavalieri?
CAVALIERI
Chi può non esserlo alla vostra regale presenza?
SIMONIDE
Ecco una coppa colma fino all’orlo:
se nutrite amore, bevete in onore della vostra signora. 149
Noi brindiamo alla salute di tutti.
CAVALIERI
Ringraziamo Vostra Maestà.
SIMONIDE
Ma aspettate un momento.
Quel cavaliere se ne sta tutto malinconico,
come se questo intrattenimento a corte
non fosse uno spettacolo da uguagliare il suo valore.
Non l’hai notato, Taisa?
TAISA
Che posso fare, padre?