Page 45 - Shakespeare - Vol. 4
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come venisse Taliardo spinto dal peccato
e dal segreto intento d’ammazzarlo,
e come a Tarso più non convenisse
che egli ancora facesse sosta.
Seguendo il suo consiglio, egli si mette in mare,
dove per gli uomini è raro trovar pace;
ed ecco il vento già prende a soffiare;
tuoni in alto e abissi profondi
fanno tale tumulto che la nave,
che lo dovrebbe al sicuro ospitare,
vien presto sfasciata e spaccata, 98
ed egli, il buon principe, che tutto ha perduto,
di costa in costa dalle onde viene sbattuto.
Tutti periti, ogni avere disperso,
oltre lui, nessuno scampato;
finché la Fortuna, stanca di far male,
lo gettò a riva per dargli sollievo.
Ed eccolo che viene. Quanto al resto,
scusate il vecchio Gower − appartiene al testo. 99
Esce.
Scena I 100 EN
Entra Pericle, tutto bagnato.
PERICLE
Calmate la vostra ira, infuriate stelle del cielo!
Vento, pioggia e tuono, ricordate che l’uomo terreno
è sostanza che a voi per forza cede,
ed io, come si addice alla mia natura, vi obbedisco.
Ahimè, le onde m’hanno gettato sugli scogli
e trascinato di costa in costa, lasciandomi respiro 101
solo per pensare alla imminente morte.
Basti, a gloria del vostro potere,
l’aver privato un principe d’ogni sua fortuna;
scagliato fuori dalla vostra acquorea tomba,
egli non cerca altro che d’aver morte in pace.