Page 316 - Shakespeare - Vol. 4
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Una donna che in quanto a cervello la vince con tutti,
e questo figlio incapace di tenere a mente
che venti meno due dà diciotto! Ahimè,
povera principessa, divina Imogene, cosa devi patire
tra un padre alla mercé della tua matrigna,
una matrigna che ordisce intrighi ora per ora,
e uno spasimante più detestabile dell’infame esilio
del tuo amato sposo, e più detestabile anche
dell’orrendo divorzio che costui vorrebbe importi.
Possa il cielo sostenere le mura della tua cara onestà,
conservare intatto il tempio dell’animo tuo bello,
affinché tu resista per goderti tuo marito ora in esilio
e questo grande paese!
[Esce.]
Scena II EN
Compaiono Imogene a letto, e una Dama.
IMOGENE
Chi è là? Sei tu, Elena?
DAMA
Per servirvi, signora.
IMOGENE
Che ore sono?
DAMA
Quasi mezzanotte, signora.
IMOGENE
Leggo ormai da tre ore, dunque: ho gli occhi stanchi,
metti un segno sulla pagina in cui sono arrivata
e va’ a dormire. Non portarti via la candela,
lasciala accesa. E, se dovessi svegliarti per le quattro,
chiamami, ti prego. Non reggo più dal sonno.