Page 283 - Shakespeare - Vol. 4
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Per compassione verso le pene di un amore
contrastato mi concederò un giro in giardino,
benché il re abbia disposto che non vi parliate.
[Esce.]
IMOGENE
Oh, ipocrita cortesia!
Come sa bene lisciare là dove ferisce, la tiranna!
Sposo amatissimo, ho certo paura dell’ira
di mio padre ma (senza nulla togliere
al mio sacro dovere) in alcun modo
ne temo gli effetti. Voi dovete andare
e a me toccherà sostenere ogni ora
il suo sguardo furente, senz’altro conforto
in vita se non il pensiero che al mondo
c’è questo gioiello e che forse potrò rivederlo.
POSTUMO
Mia regina, mia amata,
mia signora: più non piangete,
o mi sospetteranno di sì tanta tenerezza
quale non si addice a un uomo. Rimarrò il marito
più fedele che mai abbia giurato fedeltà.
A Roma sarò ospite di un certo Filario,
che era amico di mio padre e che conosco
solo per lettera; scrivetemi lì, mia regina,
e io berrò con gli occhi le vostre parole,
fosse anche bile l’inchiostro.
Rientra la Regina
REGINA
Su, siate brevi: dovesse arrivare il re,
andrei di certo incontro alla sua riprovazione.
[A parte]
E invece lo farò passare di qui:
ogni torto che gli muovo, ne corrisponde il prezzo
come fosse pegno di amicizia, pagando oro i miei affronti.