Page 269 - Shakespeare - Vol. 4
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dedicata a Diana, e quindi alla castità, ma se ha veramente ritrovato suo marito si lascerà prendere
                 dal suo affetto, che è anche, e lecitamente, sensuale, all’interno del vincolo matrimoniale.
            394 V,  iii,  38  È  il  commiato  dal  padre  Simonide,  a  cui,  nel  suo  intervento  in  apertura  del  terzo  atto,
                 Gower aveva alluso soltanto: “Omit we all their dole and woe” (v. 42).

            395 V, iii, 43 Il momento della agnizione, come già con Marina, presenta come confinanti lo stato della
                 vita  e  quello  della  morte,  la  massima  realizzazione  di  felicità  e  la  scomparsa  nel  tutto.  Tale
                 scomparsa è qui segnalata proprio dal verbo to melt: sciogliersi e dissolversi nel segreto delle cose.
                 Tracce di tale misticismo sono frequenti nello Shakespeare dei romances.
            396 V, iii, 44 Anche in questa metafora la vita e la morte si intrecciano strettamente.
            397 V, iii, 54 Pericle, come aveva già fatto con Marina, non è mai sazio di conferme.

            398 V, iii, 68 Questa battuta è riportata in prosa dall’in-quarto e verosimilmente fu trascritta in maniera
                 incompleta e imperfetta.

            399 V,  iii,  73  Verosimilmente ornament si  riferisce  qui  ai  capelli,  mentre  poi  Pericle  indicherebbe  la  sua
                 barba con il what del v. 75.

            400 V, EPILOGO Indicazione che non si trova nell’in-quarto.
            401 V, EPILOGO Gower dà la morale della favola, in termini riassuntivi, elementari in cui mancano sia
                 l’ironia che la magia dei suoi precedenti interventi. È indubbiamente una conclusione in tono minore.
            402 V, EPILOGO, 12-13 Seguo la lezione dell’in-quarto, di solito emendata, a partire dal Collier, in questo
                 modo:  «Had  spread  his  cursed  deed  to  th’honoured  name  /  Of  Pericles,  to  rage  the  city  turn».
                 Secondo  l’emendamento,  la  città  sarebbe  il  soggetto;  ma,  a  parte  l’anomalia  −  probabilmente
                 ascrivibile, d’altronde, a cattiva trascrizione − di turn (per turns o turned), mi pare che il senso torni
                 meglio secondo la lezione originale.
            403 V, EPILOGO, 17 È un invito dell’attore che impersona Gower, a nome della sua compagnia, a venire
                 ancora a teatro ad assistere ad altri drammi. Questo è terminato.
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