Page 1781 - Shakespeare - Vol. 4
P. 1781

universalmente ritenuti capolavori e lapalissianamente privi di risvolti ironici o
          parodistici.
          Sulla base della sua interpretazione paradossale naturalmente la Wilson nega
          ogni eventuale autenticità storica alla figura del fair youth, che costituirebbe

          appunto fittizio pretesto per la messa in ridicolo di una voga.
          Su  linee  tematiche  comparative  (e  interpretative)  affini  si  muove  Rosalie
          Colie nei primi due capitoli del suo Shakespeare’s living Art (1974), dedicati ai
          Sonetti.  Un  primo  confronto  fra  questi  e Love’s  Labour’s  Lost  è  teso  a

          dimostrare come la parodia del «poetar d’amore», presente in entrambi, nella
          commedia  si  indirizzi  prevalentemente  contro  la  convenzione  relativamente
          alle varie situazioni e all’ambito sociale, mentre nel canzoniere si focalizza sul
          mezzo  espressivo  stesso.  La  Colie  quindi  analizza  diversi couplets  e,

          nell’intento  di  fornire  una  spiegazione  della  loro  frequente  inaccuratezza,
          accidentalità o mancanza di relazione con il contesto precedente, li pone in
          relazione  con  la  voga  inglese  dell’epigramma  alla  quale  essi  si
          riallaccerebbero.  Vengono  pure  posti  in  risalto  e  discussi,  dei Sonetti,  gli

          elementi  tematici  anticonvenzionali,  quali  il  doppio  triangolo  attanziale
          (poeta-fair youth-lady e poeta-fair youth-poeta rivale) e il rovesciamento del
          destinatario  tradizionale  (poesia  d’amore  rivolta  a  un  uomo,  poesia
          denigratoria rivolta a una donna).

          C o n I  sonetti  dell’immortalità  (1975)  di  Alessandro  Serpieri  si  ritorna  a
          un’indagine di tipo formale, che si avvale però dell’applicazione di un metodo
          simultaneamente  analitico  e  sintetico.  Serpieri  enuclea  un  tema,  quello
          dell’agone  col  Tempo  e  dell’immortalità  dell’arte  (e  in  ciò  consiste

          l’operazione di sintesi); ma l’enunciazione di esso è captata (analiticamente)
          in  una  serie  di  micro-strutture  che  dimostrano  di  inglobare  non  solo  i  più
          importanti  codici  epocali  (come  ad  esempio  quello  retorico  e  quello
          neoplatonico), ma anche la definizione metalinguistica shakespeariana dello

          statuto stesso dell’arte.
          L’analisi dei sonetti, limitata ovviamente a quelli in cui si evidenzia il tema del
          Tempo,  rispetta  la  successione  del  canzoniere.  In  alcune  delle  prime
          diciassette composizioni (la sequenza matrimoniale) viene già individuato il

          triangolo  attanziale,  privilegiato  da  Shakespeare  quale  tipica  struttura
          drammatica (teatrale) a lui congeniale, su cui si articolerà l’intera sequenza.
          Tale  attanzialità  triangolare  (secondo  la  terminologia  adottata  da  Greimas
          per  definire  i  «personaggi»  che  «agiscono»  in  un  testo)  ha  come  elementi

          preminenti  il fair  youth,  il  Tempo  e  il  poeta.  E  l’attribuzione  del  ruolo  di
          attante  a  quest’ultimo  ribadisce  esplicitamente  l’espunzione  del  dato
   1776   1777   1778   1779   1780   1781   1782   1783   1784   1785   1786