Page 1786 - Shakespeare - Vol. 4
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dei Sonetti, premettendo che esse furono molto più tarde rispetto al teatro
          shakespeariano, già interamente tradotto e noto in Italia nella prima metà
          dell’Ottocento.
          La prima versione italiana del canzoniere di cui si ha memoria fu quella in

          prosa di Angelo Olivieri, pubblicata a Palermo nel 1890 e preceduta da una
          introduzione  in  cui  si  citavano  altri  casi  letterari  (Poliziano,  Michelangelo,
          Bembo)  di  componimenti  indirizzati,  secondo  un’antica  convenzione,  a  un
          giovane uomo. Tale versione fu seguita, nel 1898, da una traduzione in versi

          ad opera di Ettore Sanfelice, che uniformò i sonetti shakespeariani al modello
          italiano, sacrificandone spesso il senso.
          Più  rispettosa  dell’originale  seguì  nel  1908  un’altra  versione  in  prosa  (di
          Lucifero  Darchini),  che  per  un  certo  numero  di  anni,  secondo  il  Baldini,

          consentì  «a  molte  generazioni  di  italiani  di  farsi  un’idea  sufficientemente
          precisa  del  caso  letterario  e  di  almeno  alcune  fra  le  sue  più  importanti
          implicazioni»  (Sonetti  a  cura  di  Gabriele  Baldini,  Feltrinelli,  1965,  1980,  p.
          180).

          La traduzione del Darchini, per la sua meticolosa attenzione alla lettera, è
          giudicata  valida  a  tutt’oggi,  tanto  è  vero  che  è  stata  riproposta  in  edizioni
          recentissime,  ponendo  in  ombra  quella,  pur  corretta,  di  Piero  Rebora  del
          1941.

          Sempre  più  numerose  (dopo  quella  di  Piero  Padulli  del  1924),  anche  se
          parziali, furono poi le traduzioni in versi ad opera di poeti illustri o di critici.
          Notissime  sono  quelle  di  Giuseppe  Ungaretti  del  1946  (40  sonetti),  o  di
          Eugenio  Montale  del  1948  (i  sonetti  22,  33  e  48);  e  una  segnalazione

          meritano anche quelle di Augusto Guidi del 1962 e di Rina Sara Virgillito del
          1984.
          Le  versioni  di  Alberto  Rossi  e  Giorgio  Melchiori,  riunite  completamente
          nell’edizione Einaudi del 1964, hanno dato un’apprezzabile visione completa

          del canzoniere shakespeariano. Infine, tra le edizioni più recenti, si ricordano
          quelle di A. Serpieri (1991), E. D’Errico Fossi (1993), E. Chinol (1997) e R.
          Piumini (1999).
          Una  menzione,  inoltre,  merita  l’iniziativa  (agosto  1984)  della  «messa  in

          scena»  di  34  sonetti,  interpretati  da  Giancarlo  Sbragia  e  tradotti  da
          Alessandro  Serpieri.  Tale  spettacolo,  ideato  dal  critico  e  dall’attore
          menzionati e diretto da Mattia Sbragia, è stato presentato in anteprima nella
          suggestiva  cornice  della  Villa  Comunale  di  Taormina,  in  occasione  di  un

          importante convegno internazionale su Shakespeare.
                                                                                                ROMANA RUTELLI
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