Page 1765 - Shakespeare - Vol. 4
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tratto dalla Antologia Palatina.
Il canzoniere può considerarsi divisibile in due sezioni, all’interno delle quali
sono individuabili dei sotto-gruppi. La prima, comprensiva dei primi 126
sonetti, ha per tema centrale la celebrazione delle doti estetiche e spirituali
di un giovane, denominato volta a volta come fair friend, fair youth, lovely
boy. Tale sequenza, dove il tono varia progressivamente dagli accenti
deferenti dell’encomio a quelli più intimistici della confidenza, dell’affetto e,
talvolta, dell’amaro rimprovero, si articola in più parti. Tenendo presente
l’estrema approssimazione con cui si procede solitamente a queste
suddivisioni, dato che nel loro ambito appaiono frequenti dislocazioni di temi
o di modalità espressive, le sezioni della prima sequenza vengono
solitamente così raggruppate: il tema dell’increase, dell’invito al matrimonio e
alla procreazione (primi 17 sonetti) rivolto al fair youth perché non disperda
vanamente la sua incomparabile bellezza, ma la perpetui nella prole; a
questo gruppo ne segue uno, meno compatto, in cui il poeta, in lotta contro il
tempo devastatore, promette al fair youth immortalità attraverso le proprie
rime, ove egli vivrà in eterno. Più oltre sono individuabili sonetti meno
celebrativi: i temi svariano dall’affetto reciproco, inteso da molti come ideale
corrispondenza di sentimenti fra uomini, di stampo classico, alla dichiarazione
della propria indegnità; dal presentimento della morte, nella coscienza del
decadimento fisico, all’amarezza per il distacco dovuto a qualche temporanea
separazione. Infine si individua un gruppo convenzionalmente denominato
«del poeta rivale», ove il fair youth viene amaramente rimproverato per aver
concesso il suo favore a un altro poeta, ispirandone i versi.
Argomento prevalente, ma non unico, della seconda parte del canzoniere (dal
sonetto 127 alla fine) è la cosiddetta dark lady, o black woman, dama di pelle
olivastra (o di colore?) non meglio identificata cui il poeta si rivolge con
intenti tutt’altro che celebrativi. Contrariamente che al fair youth, alla dama
bruna sono riservati accenti vuoi di scherzoso dileggio, vuoi di aperta e
irriverente misoginia, nella descrizione di un amor profano tanto più venato di
rancore e reproche in quanto fondato su un’attrazione puramente sessuale.
Anche qui, come nella prima parte, si trovano sonetti che paiono esulare dal
tema dominante, o che addirittura sembrano più vicini, per tono e
argomento, a quelli della sequenza iniziale. In alcuni il discorso è
impersonale, o spostato su topoi al contempo generalizzanti e relativi alla
sfera della soggettività. In altri, poi, si fa riferimento a un misterioso legame
fra la stessa dark lady e il fair youth (legame cui si fa cenno anche in qualche
composizione della prima parte); ma nel parallelo fra i due il poeta, pur