Page 1760 - Shakespeare - Vol. 4
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cui in punto di morte una celestiale apparizione le avrebbe levato sul capo una corona: incoronazione
                 spirituale  che,  nel  caso  di  Caterina,  si  contrappone  con  esatta  e  tempestiva  corrispondenza
                 all’incoronazione terrana di Anna. Compensazione più che onorevole per la perdita di gloria terrena.
                 Sovente omessa nelle moderne regie, la visione ha tuttavia una precisa funzione nell’economia del
                 dramma.

              66 IV, ii, 110 Eustace Chappuys, ambasciatore dell’Imperatore Carlo V: rimasto poi alla corte inglese
                 sino alla morte di Enrico.

              67 IV, ii, 132 La principessa Maria Tudor (1515-1558), considerata illegittima dopo il divorzio reale, ed
                 esclusa  dalla  successione  dopo  le  seconde  nozze  di  Enrico,  osteggiata  ed  emarginata  da  Anna
                 Bolena, fu reintegrata nei suoi diritti solo nel 1544 e, alla morte del sedicenne Edoardo VI  (1553),
                 salì  al  trono  con  il  nome  di  Maria I.  Dopo  il  suo  matrimonio  −  osteggiato  da  nobili,  Parlamento  e
                 paese  −  con  Filippo II di Spagna, dette vita a un’effimera ma sanguinosa restaurazione cattolica
                 (donde il soprannome di Bloody Mary: Maria la Sanguinaria). Toccherà ad Elisabetta ristabilire, alla
                 sua morte, la supremazia anglicana.
              68 V,  i, didascalia  La  scena  ha  luogo  in  una  galleria  del  Palazzo,  e  il  vescovo  Gardiner  vi  figura  nella
                 parte del villain, a lui attribuita dalla pubblicistica protestante: sarà il futuro braccio destro di Maria la
                 Cattolica. Parte della scena è derivata dal Foxe.
                 La messa sotto accusa di Cranmer avrà luogo, nella realtà storica, una decina d’anni dopo la nascita
                 di Elisabetta. L’irruzione finale della Dama, con l’annunzio del lieto evento, è invenzione del poeta.
                 Ancora  una  volta  eventi  diversi  vengono  fusi  in  un’unica  scena,  movimentata  e  conflittuale,  in
                 contrasto con la staticità cerimoniale e con quella soffusa di pathos delle due scene precedenti.

              69 V, i, didascalia dopo il v. 78 Sir Anthony Denny è, nel racconto di Foxe, il messaggero inviato dal Re
                 a prelevare Cranmer.

              70 V,  ii, didascalia  La  scena  comprende  l’anticamera  e  la  camera  del  Consiglio,  ed  è  ispirata  dal
                 resoconto  del  Foxe,  che  Shakespeare  espande,  allargando  il  numero  degli  interlocutori,
                 movimentando gli interventi e sottolineando l’ostilità reciproca di Gardiner e Cromwell. Caratteristico,
                 ad  esempio,  il  trattamento  dell’episodio  in  cui  il  Re  e  il  Dottor  Butts  assistono  non  visti,  da  una
                 finestra,  al  tentativo  di  umiliare  Cranmer  da  parte  dei  suoi  nemici:  nella  fonte  l’unico  testimone  è
                 Butts, che ne riferisce al sovrano.
              71 V, ii, 65 Gardiner si riferisce alle insurrezioni di varie sette protestanti tedesche, cui si accenna anche
                 nel  dramma  di  Rowley:  le  più  note  furono  quella  contadina  di  Thomas  Müntzer  in  Sassonia  e
                 Turingia (1524-1525) e quella degli anabattisti di Münster in Vestfalia (1535).
              72 V, ii, 200 I «cucchiai d’argento» (un servizio da dodici, con le figure degli apostoli incise sui manici)
                 erano il dono rituale del padrino all’infante.
              73 V,  iii, didascalia  La  scena  è  situata  nell’atrio  del  Palazzo:  vi  fa  da  sfondo  il  portone  d’ingresso.  La
                 turbolenta folla londinese non può varcarne la soglia; ma rumoreggia all’esterno, irrompendo per la
                 prima  volta  nel  dramma  a  conferire  al  rituale  monarchico  un  senso  gioioso  di  coralità  e
                 partecipazione di massa.
              74 V,  iii,  2  Il  Paris  (o  Parish)  Garden,  edificio  ben  noto  al  pubblico  dell’adiacente  Globe  Theatre,  era
                 adibito a spettacoli movimentati e cruenti quali il bull-baiting e il bear-baiting: la lotta dei cani con tori
                 o con orsi. Uno dei luoghi più rumorosi della città.
              75 V,  iii,  13  All’alba  del  Calendimaggio  i  giovani  si  recavano  a  far  scampagnate  fuori  porta  per
                 raccogliere arboscelli in fiore, celebrando così l’avvento della buona stagione.
              76 V,  iii,  20  Tre  eroi  leggendari  per  forza  sovrumana.  Guy,  Conte  di  Warwick,  è  protagonista  di  un
                 epico scontro col gigante danese Colbrand (o Colebrand), evocato anche nel già citato Poly-Olbion
                 del Drayton.
              77 V, iii, 31 Moorfields era una palude bonificata presso Moorgate, ai margini della City, trasformata in
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