Page 1163 - Shakespeare - Vol. 4
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Scena III         EN


                                         Entrano Piritoo, Ippolita ed Emilia.



              PIRITOO
               Qui separiamoci.



              IPPOLITA
                               Signore, addio. Riferite i miei auguri

               al nostro grande sire, sul cui successo io non oso
               avanzare il più timido dubbio; benché gli auguri
               un traboccante eccesso di valore, se mai fosse possibile,
               per sopportare una fortuna avversa. Correte al suo fianco;
               l’abbondanza non nuoce mai a chi ben l’amministra.




              PIRITOO
               Benché cosciente che il suo oceano non ha bisogno
               delle mie povere gocce, tuttavia anch’esse
               dovranno portare il loro contributo. [A Emilia] Gentile fanciulla,
               che quegli ottimi sentimenti che gli dei infondono

               nelle loro creazioni più riuscite continuino a regnare
               nel vostro cuore prezioso.



              EMILIA
                               Grazie, signore. Ricordatemi
               alla maestà di nostro fratello, per la cui vittoria
               io pregherò la grande Bellona; e poiché

               nel nostro stato mortale le richieste non sono
               comprese senza doni, a lei offrirò
               ciò che a mio avviso lei gradisce. I nostri cuori

               sono nel suo esercito, nella sua tenda.


              IPPOLITA

                               Nel suo cuore.
               Siamo state soldati, e non possiamo piangere
               quando i nostri amici cingono l’elmo, o partono per mare,
               o raccontano d’infanti impalati sulla lancia, o di donne
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