Page 1159 - Shakespeare - Vol. 4
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all’altare di un Marte così maltrattato? Mi sanguina il cuore
quando vedo tali uomini, e vorrei che alla grande Giunone
tornasse un attacco dell’antica gelosia
per dar lavoro ai soldati, 25 e la pace si purgasse
dalla propria indigestione, e risvegliasse
il suo cuore generoso, ora duro e chiuso
più di quanto non sia contesa o guerra.
ARCITE
Non vai un po’ fuori?
Non incontri altri relitti oltre ai soldati
nei vicoli e negli angoli di Tebe? 26 Prima parlavi
come se vi vedessi rovine d’ogni tipo;
non scorgi altro che susciti la tua pietà
oltre al militare poco considerato?
PALAMONE
Sì, mi fa pena
decadenza ovunque la trovi, ma soprattutto
quella di chi ha sudato in onorevoli fatiche
ed è pagato con del ghiaccio per raffreddarsi.
ARCITE
Non è su questo
che ho avviato il discorso; questo è valore
che non è rispettato a Tebe. Io parlavo di Tebe
e come, se vogliamo conservare la virtù,
sia pericoloso vivere qui, dove ogni vizio
è tenuto in onore; dove ogni cosa all’apparenza buona
è un vizio certo, dove non essere esattamente come
sono loro, ci farebbe apparire forestieri, e
ad esser come loro, nient’altro che mostri.
PALAMONE
È in nostro potere −
se non temiamo che degli scimmioni c’istruiscano −
decidere il nostro comportamento. 27 Perché mai dovrei
affettare l’andatura di un altro, cosa non attraente