Page 1156 - Shakespeare - Vol. 4
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IPPOLITA
[s’inginocchia]
Benché assai improbabile
che vi lasciate così trasportare, e altrettanto spiacente
che sia io a farne richiesta, tuttavia penso
che, se per non rimandare la mia gioia,
che crea un desiderio più appassionato,
io non mi curassi della loro disperazione
che richiede un soccorso immediato, m’attirerei
il biasimo di tutte le donne. Perciò, sire,
poiché io metterò qui a prova le mie preghiere,
o per presumere che abbiano una qualche forza
o per condannare al silenzio perpetuo il loro vigore,
rimandate l’evento cui ci accingiamo, ed appendete
il vostro scudo davanti al cuore, a quel collo
che è mia proprietà, e che io volentieri impresto
perché renda servizio a queste povere regine.
TUTTE LE REGINE
[a Emilia]
Oh, aiutateci adesso!
La nostra causa richiede il vostro ginocchio.
EMILIA
[s’inginocchia]
Se non accorderete
a mia sorella la grazia con l’energia,
con la prontezza e lo spirito
in cui ve la chiede, d’ora innanzi non oserò
chiedervi nulla, né sarò così ardita
da prender mai marito.
TESEO
Vi prego alzatevi.
Sto supplicando me stesso di fare
ciò che voi mi chiedete in ginocchio.
Tutte le signore si alzano.
Piritoo, continua