Page 1133 - Shakespeare - Vol. 4
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e facile blank verse. La differenza tra il pubblico dei teatri privati, come il
Blackfriars e quello dei teatri pubblici, come il Globe, è stata forse esagerata.
I pubblici lavoravano solo l’estate e conservavano un po’ l’aspetto da fiera
paesana, i privati erano al chiuso, lavoravano tutto l’anno e chiedevano un
prezzo d’ingresso più alto. Il pubblico, tuttavia, era sostanzialmente lo stesso,
come dimostra il repertorio delle compagnie che davano lo stesso spettacolo
al chiuso e all’aperto. Quello che invece era cambiato era il gusto degli
spettatori che s’era fatto più barocco e voleva storie romanzesche e
complicate, e gradiva intervalli pastorali con canzoni, musiche e danze e un
“macchinario” da spettacolo più ingegnoso, con salve d’artiglieria, rumori
realistici di tempesta, battaglia o torneo dietro la scena, orsi ammaestrati,
apparizioni convincenti di fantasmi, divinità e miracoli in scena, oltre a
“sangue” che zampillasse dalle ferite durante i duelli. Beaumont e Fletcher
erano stati i primi a fornire intrecci del genere per i loro teatri privati e
compagnie di ragazzi e quando la compagnia di Shakespeare, i King’s Men,
acquistò il teatro dei Blackfriars e ottenne il permesso di darvi spettacoli con
attori adulti, ecco che l’esperienza di Fletcher fu molto richiesta. Infatti da
collaboratore diventò il drammaturgo principale dei King’s Men dopo la morte
di Shakespeare. Lo stesso Mastro William negli ultimi anni, già dal 1608, s’era
facilmente adattato al nuovo gusto, come dimostrano le sue commedie
“sperimentali”: Cimbelino, La tempesta e Il racconto d’inverno; ma per
l’influenza di Beaumont e Fletcher su Shakespeare e viceversa rimando alle
note bibliografiche chi abbia un interesse particolare per l’argomento.
Secondo la tradizione, e anche secondo alcuni documenti, Shakespeare s’era
ritirato a Stratford, sua città natale, nel 1611, ma continuava a tenersi in
contatto con il mondo del teatro e a produrre, anzi, come detto sopra, a
“sperimentare” i drammi patetico-sentimentali a lieto fine della nouvelle
vague alla Beaumont e Fletcher. Le sue visite a Londra dovevano perciò
essere abbastanza frequenti. Nel maggio del 1612 un documento di tribunale
registra il suo nome in qualità di testimonio definendolo «un residente di
Stratford-upon-Avon». Nel marzo del 1613 il nome riappare come acquirente
di una casa nel quartiere dei Blackfriars, per la somma di centoquaranta
sterline. In quel periodo Shakespeare e Fletcher lavorarono insieme all’Enrico
VIII (rappresentato nel giugno di quell’anno). Forse Shakespeare pensava di
rilanciare il dramma storico all’antica, ma si valeva dell’esperienza di Fletcher
per le parti patetiche e spettacolari che il nuovo gusto esigeva. A questo
punto non sembra improbabile supporre che sia stato proprio l’incendio del
Globo alla prima dell’Enrico VIII e our losses della compagnia a far rimettere