Page 1132 - Shakespeare - Vol. 4
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Shakespeare venisse omesso quando I due nobili cugini fu incluso nell’opera
          completa di Beaumont e Fletcher. La stessa cosa s’è verificata nel famoso in-
          folio del 1623 in cui Shakespeare figura come unico autore anche quando si
          può dire con certezza che ha prodotto con altri. Nelle tre parti dell’Enrico VI il

          giovane  Shakespeare  ha  con  molta  probabilità  lavorato  insieme  a  un
          mestierante  più  anziano.  Il Tito Andronico  e  la Bisbetica domata  mostrano
          segni d’altra mano, anche se non sappiamo di chi. Il Pericle è sospetto, tutto
          o in parte, e un aiuto è possibile anche per alcune parti del Cimbelino; l’Enrico

          VIII,  anche  se  non  ammesso  dagli  editori  e  curatori  dell’in-folio,  è  il  primo
          frutto  della  collaborazione  tra  Shakespeare  e  Fletcher.  Inoltre  Shakespeare
          scrisse  una  parte  di Re  Edoardo  (non  incluso  nell’in-folio)  e  aggiunse  una
          scena (di suo pugno) al Canovaccio di Tommaso Moro cui lavorarono anche

          Munday, Chettle e Dekker.
          John Fletcher poi si può anche dire che fosse un collaboratore di professione.
          Di quattordici anni più giovane di Shakespeare (nacque nel 1579 e morì nel
          1625),  laureato  a  Cambridge,  cominciò  a  scrivere  drammi  in  coppia  con

          Francis Beaumont (un laureato della rivale università di Oxford) nel 1607, ed
          è soprattutto legato al nome di quest’ultimo che è conosciuto. Beaumont e
          Fletcher fanno coppia nella storia del teatro inglese come un inseparabile duo
          di comici; è come dire Stanlio e Ollio o Gianni e Pinotto. Impossibile cercare

          d’individuare quello dei due che fosse il pilone creativo e quello che fungesse
          da spalla. Tutti conoscono le operette di Gilbert e Sullivan, ma sfido chiunque
          non  sia  uno  specialista  a  dire  chi  fosse  il  musicista  e  chi  il  librettista.  In
          questo caso, comunque, è facile perché basta consultare un libro. Nel caso di

          Beaumont e Fletcher, due elisabettiani, crea invece grossi problemi dire chi
          ha  scritto  cosa,  come  e  con  chi.  Oltretutto  Beaumont  e  Fletcher  ebbero
          l’onore (i soli, dopo Ben Jonson e William Shakespeare) di avere le proprie
          opere ammassate in un in-folio che non faceva distinzioni tra i due e che anzi

          includeva opere compilate da Fletcher in collaborazione con altri o scritte da
          solo. Nel 1612 Beaumont sposò un’ereditiera e si ritirò a vita privata nel Kent.
          Fletcher continuò a scrivere per proprio conto, o con Philip Massinger e altri.
          Con  William  Shakespeare  produsse  due  o  tre  drammi:  forse  il Cardenio,

          recentemente ritrovato, l’Enrico VIII, il dramma storico da cui partì la scintilla,
          da un cannone sparato a salve, che incendiò il tetto di paglia del Globe nel
          1613, e quindi I due nobili cugini.
          Beaumont e Fletcher lavoravano per le compagnie di ragazzi che si esibivano

          nei  teatri  detti  “privati”  e  si  specializzarono  in  tragicommedie  e  intrecci
          sentimentali e poco plausibili, ma tenuti in piedi con buona suspense e ottimo
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