Page 1005 - Shakespeare - Vol. 4
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Un’armonia solenne
               Che è il rimedio migliore
               Per la mente sconvolta,
               Ti guarisca il cervello

               Che ribolle, inutile, nel cranio.
               Fermi, siete stregati.
               Buon Gonzalo, uomo onorato,
               I miei occhi

               Commossi alla sola vista dei tuoi
               Versano gocce amiche.
               Ecco, l’incantesimo si dissolve
               E simili al mattino

               Che avanza furtivo nella notte
               Sciogliendo l’oscurità,
               I loro sensi che risalgono
               Cominciano a scacciare

               I fumi dell’incoscienza
               Che ammantano la più limpida ragione.
               O buon Gonzalo,
               Mio vero salvatore e suddito leale

               Di colui che segui!
               Pienamente ripagherò la tua bontà
               Con le parole e i fatti.
               Crudelmente, Alonso,

               Trattasti me e mia figlia − e tuo fratello
               Fu complice in questa azione.
               Ne senti ancora la fitta, Sebastiano.
               E tu, mia carne e sangue,

               Fratello mio,
               Hai nutrito ambizione,
               Hai rinnegato la pietà
               E la voce della natura

               E insieme a Sebastiano
               − La cui interna spina è perciò più amara −
               Eri pronto a uccidere il tuo Re.
               Snaturato come sei

               Io ti perdono.
               La loro intelligenza comincia a montare
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