Page 1002 - Shakespeare - Vol. 4
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Nel boschetto di tigli
               Che difende dal maltempo
               La tua grotta.
               Non possono muoversi

               Se non li liberi tu.
               Il Re, suo fratello e il tuo
               Sono in preda alla pazzia
               E gli altri piangono per loro,

               Stracolmi di dolore e di paura:
               Ma specialmente quello
               Che tu hai chiamato, padrone,
               «Il buon vecchio nobile Gonzalo».

               Le lacrime gli scorrono
               Lungo la barba
               Come gocce d’inverno
               Da grondaie di canne.

               Il tuo incantesimo
               Agisce con tanta forza
               Che, se tu li vedessi ora,
               Ne avresti tenerezza.



              PROSPERO
               Lo credi, spirito?




              ARIEL
               Io sì,
               Se fossi umano.



              PROSPERO
               E allora io lo sarò.
               Tu che non sei che aria

               Sei come toccato da un senso,
               Una pena per i loro affanni
               Ed io, che sono della stessa specie,
               Che soffro le stesse passioni,
               Non dovrò, uomo,

               Commuovermi più di te?
               Profondamente con i loro colpi
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