Page 100 - Shakespeare - Vol. 4
P. 100
non discende da origini onorate.
DIONISA
Così sia, allora.
Ma nessuno sa, a parte te, come ella è morta,
e nessuno potrà saperlo, ora che Leonino se n’è andato.
Lei sdegnava 290 mia figlia, e le sbarrava
ogni fortuna. Nessuno la guardava più,
ma gettava lo sguardo sul volto di Marina,
mentre la nostra veniva disprezzata e trattata come
una sguattera indegna perfino d’un saluto. Mi ha colpito
qui dentro. E anche se tu chiami la mia azione snaturata,
poiché non ami abbastanza tua figlia, a me
quell’azione si presenta come un’impresa fatta per affetto
e compiuta per la tua unica figlia. 291
CLEONE
I cieli perdonino questo!
DIONISA
E quanto a Pericle,
che cosa potrà dire? Noi abbiamo pianto dietro al feretro,
e leviamo ancora lamenti. Il suo sepolcro
è quasi terminato, e il suo epitaffio,
in lucenti caratteri dorati, esprime
per lei una lode universale e mostra premura in noi
che l’abbiamo fatto a nostre spese.
CLEONE
Tu sei come l’arpia:
tradisci col tuo volto d’angelo
e ghermisci con gli artigli di un’aquila.
DIONISA
Tu sei come quello che per superstizione
giura agli dèi che è l’inverno ad uccidere le mosche. 292
Ma pure so che farai come io ti consiglio.