Page 675 - Shakespeare - Vol. 3
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LAFEW
Così il Re fa la volpe
che non vuole l’uva? Già, ma l’uva che so io
la mangereste, se la mia volpe reale
potesse prenderla. Ho visto una medicina
capace di dar vita a una pietra, di scuotere una roccia,
di farvi ballare un fandango tutto fuoco −
una semplice goccia può resuscitare Re Pipino, anzi,
fa impugnare la penna al grande Carlomagno
per dichiararsi a lei.
RE
Quale “lei”?
LAFEW
Come? Ma La Sapiente! Sire, è appena giunta,
se vorrete vederla. Ora, per la mia fede e il mio onore,
se riesco a dimostrare la serietà del mio pensiero
col mio leggero eloquio, ho parlato con una persona
che per il sesso che ha, l’età, la professione,
la dottrina e la costanza, mi ha lasciato di stucco
più per sé che per colpa del mio cervello tardo.
La riceverete − lei lo chiede − per conoscerne i piani?
Poi potrete ridere di me.
RE
Avanti, mio buon Lafew,
introduci questa mirabilia, che noi con te
si dia fondo allo stupore, o si dia fondo al tuo
stupendoci che tu sia stupito.
LAFEW
E io vi accontento,
e non ci metto un giorno.
Va alla porta.
RE
Sempre così sproloquia del suo grandioso nulla.