Page 639 - Shakespeare - Vol. 3
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L’atteggiamento di Elena al riguardo è complesso perché duplice: la donna
vorrebbe aver fede nella provvidenza − forse faute de mieux − ma sa
soprattutto che Dio aiuta chi si aiuta e diventa così − da buona figlia di una
classe professionale allora “debole” − esempio primario di successo al nuovo
modo. È facile a questo punto constatare perché si possa ritenere che tratti
un “problema” attuale in modo così moderno. Attraverso Elena, e attraverso il
doppio speculare e “degradato” di Parolles, facciamo esperienza di una nuova
società atomizzata, i cui ordini sociali e morali decaduti generano un
aggressivo individualismo. Se il dramma, insomma, è stato considerato in
parte come una favola socio-economica, è perché l’enfasi posta sul denaro e
il rimpiazzamento dei “voti” con i contratti induce paralleli storici. Tuttavia,
non si vuol suggerire che il dramma esprima la nostalgia di Shakespeare per
l’età dell’oro, né che il solo linguaggio dei personaggi sia sufficiente a
rappresentare il mondo del dramma: è ovvio che l’intreccio è altrettanto
importante; possiamo quindi esaminare ora l’uso che Shakespeare fa di una
forma tragicomica.
I n All’s Well il desiderio stesso assume una forma tragicomica. La
tragicommedia richiede, come genere, le soddisfazioni cui aspirano i desideri
del dramma. Il desiderio di Parolles e di Elena aspira a fini comici, ma,
quando viene contrastato, assume naturalmente una forma tragicomica, che
incorpora ovviamente anche il personaggio di Bertram. In lui però il desiderio,
che per Elena e Parolles è dinamico in quanto li spinge ad agire, è totalmente
statico e lo lascia alla fine improduttivo. Il desiderio di Elena è invece
fruttuoso: genera un figlio (V, iii, 307). Questo è quello che la eleva al di
sopra di Parolles, il cui desiderio è solipsistico, avendo per fine la propria
perpetuazione, e di Bertram, fiacco sognatore narcisista. Il dramma
contempla dapprima la possibilità della tragedia − l’opposizione dell’ottusità
all’autoimmolazione − ma poi apre la via alla tradizionale conclusione
matrimoniale della commedia, particolarmente quella shakespeariana.
Tuttavia, questo avviene non tanto per effetto della tenacia e della volontà di
Elena, quanto per una precisa scelta costruttiva di Shakespeare, e vedremo
con quali modalità.
La determinazione operativa di Elena si esprime con straordinaria chiarezza in
questa riflessione (I, i, 211-14):
Spesso i rimedi stanno solo in noi
ma li vogliamo in cielo. Il fatidico cielo
ci dà ampio spazio, ma tira indietro
il lento desiderio della nostra inazione.