Page 433 - Shakespeare - Vol. 3
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MARIA
Caro Sir Toby, portate pazienza per stanotte. Da quando si è presentato il
messo del duca, la mia padrona è molto inquieta. Quanto a Messer Malvolio,
lasciate che ci pensi io. Se non riuscirò a metterlo alla berlina, facendone un
caso esemplare, vi autorizzo a pensare che sono tanto rincitrullita da non
saper neppure come ci si stende su un letto. Lasciate fare a me.
SIR TOBY
Dicci come, diccelo! Parlaci di lui!
MARIA
Per la Madonna, signore, a volte lo si direbbe un puritano.
SIR ANDREW
Se fosse vero, lo bastonerei come un cane.
SIR TOBY
Solo perché è un puritano? Fuori i motivi reconditi, cavaliere.
SIR ANDREW
Non ho proprio nessun motivo recondito, solo le mie buone ragioni.
MARIA
Ma sì, puritano o diavolo che sia, è un leccapiedi, un asino pieno di sussiego
che manda a mente il comportamento da tenere, senza testo, e lo ripete
sbracciandosi a più non posso. È così presuntuoso, così convinto − a parer
suo − d’essere un pozzo di virtù da mettersi in testa che tutti quelli che lo
incontrano debbano innamorarsi di lui. È proprio su questo suo vizio che
s’abbatterà la mia vendetta.
SIR TOBY
Cosa hai in mente?
MARIA
Gli farò trovar sulla sua strada un’oscura lettera d’amore in cui, dal color della
barba, dalla forma delle gambe, dal modo di camminare, dall’espressione
dello sguardo, dalla sua fronte e, in generale, dalla sua fisionomia, non avrà