Page 407 - Shakespeare - Vol. 3
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(Rivolto a Curio e al suo seguito) Allontanatevi pure voi. (Rivolgendosi a
Viola) Cesario, ormai sai tutto di me. Ti ho dischiuso il libro dei miei
sentimenti più segreti. Perciò, mio caro ragazzo, corri da lei, e non farti
bloccare. Fermati alla sua porta e di’ ai suoi servitori che nessuno riuscirà a
schiodarti di lì finché lei non ti avrà concesso udienza.
VIOLA
Lo farò, monsignore. Ma se, a quel che si dice, lei è ancora immersa nel suo
dolore, non accetterà mai di ricevermi.
DUCA
E allora strepita, metti da parte le buone maniere piuttosto che tornartene
qui a mani vuote.
VIOLA
Ma, ammesso che riesca a parlarle, cosa dovrei dirle?
DUCA
Manifestale tutta la passione del mio amore, stupiscila parlandole della mia
devozione: nessuno meglio di te può dar corpo alle mie pene. La tua giovane
età otterrà più udienza presso di lei di un messaggero di più grave aspetto.
VIOLA
Non ne sono affatto certo, monsignore.
DUCA
E invece credimi, ragazzo, anche perché farebbe torto ai tuoi anni felici chi ti
prendesse per adulto: le labbra di Diana non sono certo più tenere e
vermiglie delle tue; la tua piccola voce, pura e squillante com’è, rivaleggia
con quella di una ragazza, tanto da renderti adatto a interpretare una parte
femminile. So che sei nato sotto un segno adatto al compito che ti affido.
Quattro o cinque di voi vadano con lui, anche tutti, se ne avete voglia.
Quanto a me, mi sento meglio lontano da qualsiasi compagnia. Se riuscirai
nella tua impresa, potrai spartire gli agi col tuo signore e chiamar tue le sue
ricchezze.
VIOLA