Page 30 - Shakespeare - Vol. 3
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MARCELLO
È sparito.
Gli facciamo torto, è così nobile,
a minacciarlo di violenza
perché è come l’aria, invulnerabile,
e i nostri colpi burattinate
inutili e cattive.
BERNARDO
Stava per parlare
quando il gallo ha cantato.
ORAZIO
E allora ha trasalito come cosa colpevole
a un appello terribile. Ho sentito
che il gallo, trombettiere del mattino,
con la sua gola alta e squillante sveglia
il dio del giorno, e a quel segno
ogni spirito erratico, si trovi
in acqua o fuoco, in terra o in aria, torna
subito al suo confino. Questa cosa
ci ha dimostrato che è vero.
MARCELLO
È sparito al canto del gallo.
Pare che ogni anno quando arriva il tempo
che celebra la nascita del nostro Redentore
quest’uccello dell’alba canti tutta la notte:
e allora gli spettri non osano vagare,
le notti sono salubri e le stelle
non maligne, non fanno sortilegi
le fate, né affatturano le streghe,
tanto benigno e tanto sacro è il tempo.
ORAZIO
Così ho inteso e credo, in parte. Ma guardate,
il mattino nel suo manto di ruggine
passa sulla rugiada di quell’alta collina.