Page 185 - Shakespeare - Vol. 3
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Voglio dire nella sua arma, signore. Secondo l’imputazione che gli vien fatta
da quelli alla sua mercede, è senza rivali.
AMLETO
Qual è la sua arma?
OSRIC
Stocco e pugnale.
AMLETO
Son due armi, allora. Ma andiamo avanti.
OSRIC
Il re, monsignore, ha scommesso con lui sei cavalli bèrberi, contro i quali lui
ha messo in palio, mi credo, sei spade e pugnali francesi coi loro accessori,
cinture, ganci e così via. Tre di questi affusti invero son proprio belli a
vedersi, molto ben intonati alle else, affusti finissimi e di prodigo concetto.
AMLETO
Cos’è che chiamate affusti?
ORAZIO
Sapevo che prima di finire avreste avuto bisogno di una nota in margine.
OSRIC
Gli affusti, signore, sono i ganci.
AMLETO
Il termine sarebbe più conveniente alla cosa se potessimo portarci un
cannone sulla fiancata − sino a quel momento preferirei dire ganci. Ma
avanti. Sei cavalli di Barberia contro sei spade francesi con gli accessori, e tre
affusti di prodigo concetto − questa è la scommessa francese contro la
danese. Ma perché tutto ciò è messo in palio, come voi dite?
OSRIC
Il re, signore, ha scommesso, signor mio, che in una dozzina di assalti fra lui
e voi, egli non vi supererà di tre stoccate. Dodici a nove, ha scommesso. E si