Page 183 - Shakespeare - Vol. 3
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No, credetemi, fa molto freddo, il vento è dal nord.
OSRIC
Difatto, monsignore, fa piuttosto freddo.
AMLETO
E ciondimeno parmi non poco afoso e caldo per la mia costituzione.
OSRIC
Una calura eccessiva, monsignore, e di molto greve come se... non so dir
come. Monsignore, sua maestà m’ha ordinato di significarvi che ha fatto una
grossa scommessa su di voi. Ecco di che si tratta, monsignore...
AMLETO
(gli fa cenno di mettersi il cappello in testa) Vi prego, ricordate...
OSRIC
Oh no, monsignore, sto più comodo così, onestamente... Monsignore, qui a
corte è arrivato da poco Laerte − un gentiluomo perfetto, credetemi, delle
più eccellenti distinzioni, di squisita compagnia e gran figura. Invero, per
parlar di lui col cuore, egli è il mappamondo e il calendario della cortesia,
dacché troverete in lui il continente di tutte quelle regioni che un gentiluomo
vorrebbe ben vedere.
AMLETO
Sère, il suo definimento non soffre in voi perdizione, sebben io sappia che il
farne l’inventario darebbe le traveggole all’aritmetica della memoria, e ancor
non sarebbe che scarrocciare al confronto della sua ratta vela. Ma a farne
laude veridica io lo stimo animo di gran pregio, e il suo infuso di tal preziosità
e rarità che, per ritrarlo al vero, il suo unico pari è il suo specchio, e chi mai
potrebbe seguirne le orme? Solo la sua ombra, nessun altro.
OSRIC
Vossignoria ne dice davvero infallantemente.
AMLETO
La concernenza, signore? Perché mai avvoltoliamo il gentiluomo del nostro