Page 1764 - Shakespeare - Vol. 3
P. 1764
EDGAR
Già questo sarebbe parso un punto fermo
per chi non ama il dolore: aggiungerne
un altro da descrivere in dettaglio sarebbe
andare oltre il limite. Mentre
clamorosamente mi lamentavo venne un uomo
che, vedendomi nel mio stato peggiore,
evitò la mia aborrita compagnia; ma poi,
scoprendo chi era che tanto sopportava,
con le sue forti braccia mi strinse al collo
e urlando come se volesse rompere il cielo
si gettò su mio padre, e raccontò la storia
più pietosa, di Lear e di sé, che orecchio
mai ascoltasse; e nel narrarla
il suo dolore si fece più potente
e le corde della vita cominciarono a spezzarsi.
Due volte poi suonarono le trombe,
e lo lasciai lì svenuto.
ALBANY
Ma chi era?
EDGAR
Kent, signore, l’esiliato Kent
che, travestito, seguì il Re suo nemico
e gli rese servigi indegni d’uno schiavo.
Entra un Gentiluomo con un coltello insanguinato.
GENTILUOMO
Aiuto, aiuto, aiuto!
EDGAR
Quale aiuto?
ALBANY
Parla.