Page 1762 - Shakespeare - Vol. 3
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GONERIL
Non chiedermi quello che conosco.
(Esce.)
ALBANY
Seguitela. È fuori di sé. Badate a lei.
(Esce un ufficiale.)
EDMUND
Ciò di cui mi avete accusato, l’ho fatto.
E di più, molto di più: il tempo
lo renderà manifesto. È finita, e così io.
Ma tu chi sei che su di me hai avuto
questa fortuna? Se sei nobile ti perdono.
EDGAR
Scambiamoci la pietà. Per sangue, Edmund,
io non sono inferiore a te; se superiore,
tanto di più mi hai fatto torto. Il mio nome è Edgar,
e sono figlio di tuo padre. Gli Dei sono giusti
e rendono i nostri colpevoli piaceri
strumenti per tormentarci. L’oscuro luogo del vizio
in cui lui ti generò gli è costato gli occhi.
EDMUND
Hai parlato bene; è vero. La ruota
ha compiuto il suo giro: eccomi qua.
ALBANY
M’era parso che il tuo stesso incedere mostrasse
una regale nobiltà. Devo abbracciarti:
che il dolore mi spezzi il cuore se mai
ho odiato te o tuo padre.
EDGAR
Degno principe, lo so.