Page 1730 - Shakespeare - Vol. 3
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Rinuncio a questo mondo e davanti ai vostri occhi
               mi scuoto con pazienza di dosso la mia
               grande afflizione. Se potessi sopportarla
               ancora e non scontrarmi con le vostre

               immense volontà dominatrici, il lucignolo
               e la parte odiata della mia natura
               brucerebbero fino a consumarsi. Edgar,
               se vive, beneditelo! E ora addio, amico.



              EDGAR

               Vado, signore, addio.
                                                                (Gloucester si getta in avanti e cade.)
               E però può darsi che il pensiero lo derubi
               del tesoro della vita, se la vita stessa
               cede al furto. Fosse stato

               dove pensava, ora il pensiero
               sarebbe passato. Vivo o morto?
               Signore! Amico! Mi sentite, signore?

               Parlate − potrebbe morire davvero.
               Ma rinviene. Chi siete, signore?



              GLOUCESTER
               Via, e lasciami morire.



              EDGAR
               Se fossi stato altro che ragnatela,
               piume, aria, precipitando giù per tante
               tese, ti saresti rotto come un uovo.

               Ma tu respiri, hai una sostanza dura,
               non sanguini, parli, sei intero. Dieci
               alberi maestri uno sull’altro

               non fanno l’altezza da cui tu a perpendicolo
               sei caduto. La tua vita è un miracolo.
               Parla di nuovo.



              GLOUCESTER
               Ma sono caduto o no?
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