Page 173 - Shakespeare - Vol. 3
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buffone del re.



              AMLETO
          Questo qui?
                                                                                       (Raccoglie il cranio.)



              BECCHINO
          Eh, sì.



              AMLETO
          Ahi, povero Yorick. L’ho conosciuto, Orazio, un uomo d’un brio inesauribile,
          d’una  fantasia  senza  pari.  M’ha  portato  in  spalla  mille  volte,  e  adesso...  è

          repellente a pensarci. Lo stomaco mi si rivolta. Qui erano appese le labbra
          che  ho  baciato  non  so  quante  volte.  Dove  sono  adesso  i  tuoi  lazzi,  le  tue
          capriole, i tuoi canti, i tuoi lampi d’allegria che a tavola alzavano scrosci di

          risate?  Non  c’è  nessuno  ora  che  si  metta  a  sfottere  il  tuo  ghigno?  Ti  sono
          cascate le ganasce? Va adesso in camera di Madama e dille, si dia pure un
          palmo di fardo, a questo deve ridursi. Falla ridere con questa battuta! Orazio,
          ti prego, dimmi una cosa.



              ORAZIO
          Che cosa, monsignore?



              AMLETO
          Tu credi che Alessandro sotterra avesse anche lui quest’aspetto?




              ORAZIO
          Sì, questo.



              AMLETO
          E quest’odore? Uh!
                                                                                (Ripone il cranio in terra.)



              ORAZIO
          Proprio così, monsignore.



              AMLETO
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