Page 168 - Shakespeare - Vol. 3
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Ma costui non ha nessun senso di quel che fa, che canta mentre scava fosse?
ORAZIO
L’abitudine gliela fa sembrare una cosa naturale.
AMLETO
Proprio così. La mano che è meno usata ha il tatto più schizzinoso.
BECCHINO
(canta) Ma la vecchiaia dal passo ladro
nell’artiglio m’ha preso,
e come non fossi mai stato ragazzo
in terra m’ha steso.
Fa saltare fuori un cranio.
AMLETO
Quel cranio aveva dentro la lingua, una volta, e sapeva cantare. E guarda
come il birbante lo scaraventa a terra, come fosse la mandibola di Caino che
fece il primo assassinio. Potrebb’essere la zucca d’un politico che ora quel
somaro strapazza, la zucca di uno che sapeva fregarti anche il padreterno,
non potrebbe essere?
ORAZIO
Potrebbe essere, monsignore.
AMLETO
O d’un cortigiano che sapeva dire, «Buondì mio signore, come sta il mio dolce
signore?» Potrebb’essere monsignor Tizio che lodava il cavallo di monsignor
Sempronio perché voleva farselo regalare, potrebbe essere, no?
ORAZIO
Perché no, monsignore.
AMLETO
Sì perdio, e ora è di Madama Vermìna, sganasciato e picchiato sulle corna
dalla vanga del beccamorto. Questo sì che è un bel giro di ruota a saperlo
vedere. Costarono così poco a crescerle queste ossa, che ora ci si gioca ai