Page 1717 - Shakespeare - Vol. 3
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il mio corpo è usurpato da un pagliaccio.
OSWALD
Signora, viene il Duca.
(Esce.)
Entra Albany.
GONERIL
Forse valgo ancora un fischio.
ALBANY
O Goneril! Tu non vali la polvere che il vento
rude soffia sul tuo viso. Temo
le tue inclinazioni: la natura che disprezza
la propria origine non può essere frenata. 58
La pianta che strappa e sradica se stessa
dalla sua linfa materiale deve per forza avvizzire
e produrre frutti morti. 59
GONERIL
Basta − questa predica è insulsa.
ALBANY
Saggezza e bontà sembrano vili ai vili.
Gli immondi gustano solo se stessi. Che cosa
avete fatto? Tigri, non figlie,
che cosa avete compiuto? Un padre,
un vecchio gentile e buono la cui reverenza
persino l’orso tirato per il naso leccherebbe,
voi barbare, degeneri, l’avete fatto
impazzire. E il mio buon fratello ha potuto
sopportarlo? Un uomo, un principe da lui
tanto beneficato? Se i cieli non mandano presto
i loro spiriti visibili a punire queste
offese vili, l’umanità per forza
deve far preda di se stessa, come mostri dell’abisso.