Page 1668 - Shakespeare - Vol. 3
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MATTO
Ti manderemo a scuola da una formica perché ti insegni che d’inverno non si
lavora. Tutti quelli che seguono il loro naso vengono guidati dagli occhi
tranne i ciechi; non c’è un naso tra venti che non s’accorga se uno puzza.
Quando una grande ruota corre giù per una montagna, tu molla la presa, se
non vuoi spezzarti il collo seguendola. Ma quando sale fatti trascinare. Se un
saggio ti dà un consiglio migliore, restituiscimi il mio; a seguirlo voglio che
siano solo le canaglie, visto che a darlo è un Matto.
Il signore che ti serve
per amore di guadagno
e ti segue soltanto
per amore della forma,
fa i bagagli appena piove
e ti lascia nel temporale.
Ma io rimango; il Matto resta
e lascia che se ne vada il saggio.
La canaglia che scappa fa il Matto,
ma il Matto, perdio, non è canaglia.
KENT
Questa dove l’hai imparata, Matto?
MATTO
Non stando in ceppi, Matto.
Rientra Lear, con Gloucester.
LEAR
Rifiutare di parlarmi! Stanno male! Sono stanchi!
Hanno viaggiato tutta la notte! Meri pretesti,
segni di ribellione e di fuga.
Procurami una risposta migliore.
GLOUCESTER
Mio caro signore, voi conoscete
l’indole irascibile del Duca, e sapete
come sia irremovibile e fermo quando
ha preso la sua strada.