Page 1269 - Shakespeare - Vol. 3
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RODERIGO

          Che dovrei fare? Lo confesso, innamorarsi così è una vergogna, ma non ho
          l’animo di porvi rimedio.



              IAGO
          L’animo?  Un  corno!  Essere  questo  o  quello  dipende  solo  da  noi.  Il  nostro
          corpo è un giardino, e la nostra volontà è il giardiniere. Se vogliamo piantarvi

          ortiche o seminarvi lattuga, farvi crescere l’issopo o estirparvi il timo, mettervi
          un  solo  genere  di  erbe  o  molte  specie,  tenerlo  sterile  per  ozio  o  renderlo
          fertile col lavoro, il potere e la capacità correttiva sono nella nostra volontà.
          Se  la  bilancia  della  nostra  vita  non  avesse  il  piatto  della  ragione  per

          equilibrare  quello  della  sensualità,  i  bassi  istinti  della  nostra  natura  ci
          porterebbero  ai  più  assurdi  esperimenti.            42   Ma  la  ragione  raffredda  i  nostri
          bollenti appetiti, le passioni carnali, la sfrenata lussuria: perciò quello che si
          chiama amore non è altro che una talea o un pollone.



              RODERIGO

          Impossibile.


              IAGO

          Non è che una fregola del sangue e un dar sfogo alla lussuria. Su, sii uomo.
          Affogarti? Affoga i gattini e i cuccioli ciechi. Io mi professo tuo amico, e mi
          dichiaro  legato  al  tuo  merito  con  gomene  forti  e  tenaci.                43   Mai  come  ora
          posso  esserti  d’aiuto.  Metti  denaro  nella  borsa;  aggregati  a  questa

          spedizione, sfigurati il volto con una falsa barba; metti denaro nella borsa,
          dico.  Non  può  essere  che  Desdemona  continui  ad  amare  il  Moro...  metti
          denaro nella borsa... né lui, lei. È stato un violento inizio, e vedrai una fine
          corrispondente:      44  metti denaro nella borsa. Le voglie dei mori sono volubili...

          riempi la borsa di denaro. Il cibo che ora gli è gustoso come zuccherini,                        45  gli
          sarà presto amaro come l’assenzio. Saziatosi del suo corpo, lei si accorgerà
          del proprio errore: vorrà cambiare, vorrà cambiare. Perciò rifornisci la borsa.
          Se proprio vuoi dannarti fallo in modo più delicato che annegandoti. Raccatta

          tutto  il  denaro  che  puoi.  Se  il  rituale  e  fragile  vincolo  fra  un  barbaro
          errabondo  e  una  smaliziata          46    veneziana  non  sarà  troppo  forte  per  il  mio
          ingegno e tutta la tribù dell’inferno, te la godrai. Perciò raccogli denaro. Altro
          che annegarti, non se ne parla nemmeno. Meglio finire impiccato per averla

          goduta che annegarti per non averla avuta.
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