Page 1264 - Shakespeare - Vol. 3
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BRABANZIO
Addio, che altro?
Agli affari di stato, Vostra Grazia.
Meglio adottare che generare figli.
Vieni qui, Moro: ti do con tutto il cuore
ciò che se già non te lo fossi preso,
con tutto il cuore ti rifiuterei.
Per causa tua (mia gioia) in cuore mi rallegro
di non aver altri figli; la tua fuga
me li farebbe costringere in ceppi,
da tiranno. Ho finito, mio signore.
IL DOGE
E allora io parlerò per voi, 25
emettendo un giudizio sentenzioso
che come una scala al vostro affetto
riconduca questi due innamorati.
Se non c’è rimedio, finiscono le pene,
vedendo che il peggio ha tolto ogni speme.
Piangere un malanno già passato
è chiamarsene un altro sul capo.
Ciò che la sorte toglie non ha difesa,
sopportarlo irride la sua offesa.
Il derubato che ci ride su, deruba il ladro stesso:
indulgere a un vano dolore è derubar se stesso.
BRABANZIO
Così se Cipro al Turco abbandoniamo
e ci ridiamo su, non lo perdiamo;
accetta di buon grado la sentenza chi sopporta
solo la consolazione ch’essa gli porta;
ma ne sente tutto il peso ed il bruciore
chi con poca pazienza s’abbandona al dolore.
Queste sentenze, siano esse dolci o amare,
essendo a doppio taglio, posson equivocare.
Ma le parole volano, e non ho mai sentito
che dall’orecchio si curi il cuor ferito. 26
Vi supplico, agli affari di stato.