Page 1263 - Shakespeare - Vol. 3
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un amico che le voleva bene,
bastava insegnargli a narrare la mia storia
per conquistarla. Allora le parlai:
lei mi amò per le mie pene passate,
ed io l’amai perché ne provò pena.
La magia da me usata è tutta qui.
Ecco, lei stessa può testimoniarvelo.
Entrano Desdemona, Iago, servitori.
IL DOGE
Questo racconto avrebbe conquistato
anche mia figlia. Buon Brabanzio, cercate
di sistemare al meglio la faccenda;
è preferibile usare armi spuntate
che non le nude mani.
BRABANZIO
Vi prego di ascoltarla. Se ammette
che è stata lei a indurlo a corteggiarla,
ch’io sia dannato se accuso ancora il Moro!
Avvicinatevi, dolce signora:
a chi di questa nobile accolta
dovete più obbedienza?
DESDEMONA
Nobile padre,
il mio dovere è qui diviso in due:
a voi mi legano nascita ed educazione,
e nascita ed educazione mi insegnano
a rispettarvi. Voi siete il mio signore,
essendo io finora vostra figlia.
Ma qui c’è mio marito; e la stessa
obbedienza che vi mostrò mia madre,
anteponendovi al padre suo,
io devo dichiarare di dovere
al Moro mio signore.