Page 1251 - Shakespeare - Vol. 3
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OTELLO

               Sfoghi pure la sua ira: i servigi
               che ho reso alla Serenissima
               prevarranno sulle sue proteste.

               Non si sa ancora − e lo promulgherò               15
               quando la vanteria sarà un merito −
               che discendo da lignaggio regale
               e a fronte alta il mio valore può aspirare
               a un successo come quello che ho raggiunto.

               Sappi, Iago, che se non fosse per amore
               della mia dolce Desdemona, neanche
               per tutti i tesori degli oceani

               imporrei vincoli e restrizioni
               al mio stato di libero soldato.
               Ma guarda, si avvicinan delle torce.



              IAGO
               Sono quelle di suo padre e dei suoi amici;
               fareste meglio a ritirarvi.



              OTELLO
                               Non io.

               Mi trovino pure. Le mie qualità,
               il mio grado, la mia coscienza immacolata
               paleseranno il mio diritto. Sono loro?



              IAGO
               Per Giano bifronte, non direi.


                                          Entra Cassio, con ufficiali e torce.



              OTELLO

               Le guardie del Doge e il mio luogotenente!
               Felice notte a voi, amici. Quali nuove?



              CASSIO
               Il Doge vi saluta, generale,
               e richiede la vostra immediata presenza,
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