Page 1248 - Shakespeare - Vol. 3
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prezzolato, un gondoliere, approda
fra le rozze braccia d’un Moro lascivo;
se la cosa vi è nota e vi sta bene,
allora vi abbiamo fatto torto marcio.
Ma se non vi è noto, ho il sospetto
che avete torto voi a rimproverarci.
Non crediate che contro ogni regola civile
io mi diverta a scherzare con Vostro Onore.
Se non ha il vostro consenso, lo ripeto,
vostra figlia s’è sconciamente ribellata,
legando dovere, bellezza, mente e fortuna
a uno straniero errabondo, senza patria,
ora qua, ora là. Accertatevene subito.
Se lei è nella sua stanza o nella casa,
scatenatemi addosso i rigori dello stato
per avervi ingannato.
BRABANZIO
Forza con l’acciarino, su!
Datemi una candela, chiamate la mia gente.
Questa sciagura s’accorda col mio sogno:
già me ne sento oppresso. Luce, luce!
Esce in alto.
IAGO
Addio, devo lasciarvi.
Non si confà né giova alla mia posizione
deporre contro il Moro, come mi toccherà
se resto qui. So bene che la Repubblica,
sebbene possa creargli qualche fastidio,
non può buttarlo a mare impunemente;
con tale consenso è stato imbarcato
nella guerra di Cipro, in pieno svolgimento,
che non troverebbero un altro della sua stazza 11
per condurre l’impresa. Ecco perché,
sebbene lo odi come le pene dell’inferno,
costretto dalle attuali circostanze
devo sbandierargli il mio amore, che però