Page 1243 - Shakespeare - Vol. 3
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Perbacco, uno bravo a far di conto,
               un certo Michele Cassio, fiorentino,
               uno pronto a dannarsi per una bella donna,                 2
               che non ha mai schierato in campo uno squadrone

               e di come si dispone un esercito
               non ne sa più di una ragazzina,           3
               uno che conosce solo le teorie libresche
               su cui togati senatori sanno discettare

               quanto lui. Gran chiacchiere e niente pratica:
               ecco la sua esperienza di soldato.
               Ma è stato scelto lui, signore, ed io
               che ho dato prova di me a Cipro e Rodi

               e in altri campi cristiani e pagani,
               io mi devo arenare sottovento            4
               per uno che tiene partite e libri mastri:
               alla buon’ora, lui, questo contabile,

               sarà il suo luogotenente, ed io,
               ci aiuti Iddio, l’alfiere di Sua Signoria.



              RODERIGO
               Cielo, meglio essere il suo boia!



              IAGO
               Eppur non c’è rimedio, questa è la piaga
               della carriera militare: le promozioni

               dipendono da favori e raccomandazioni,                5
               non dall’anzianità, come una volta,
               quando il secondo succedeva al primo.
               Giudicate voi, signore, se ho

               buone ragioni per amare il Moro.



              RODERIGO
               Allora perché restare al suo servizio?



              IAGO
               Oh, state tranquillo, signore.
               Restare al suo servizio serve al mio scopo.
               Non tutti possono essere padroni,
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