Page 935 - Shakespeare - Vol. 2
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Qualcosa nell’animo mi dice che nessuna
delle nostre condizioni di pace reggerà.
HASTINGS
Non temete. Se possiamo fare la pace
con clausole così ampie e ferme
come quelle su cui si fonda la nostra proposta
la nostra pace starà salda come un monte roccioso.
MOWBRAY
Sì, ma la loro opinione di noi sarà tale
che ogni occasione lieve e pretestuosa,
sì, ogni motivo futile, frivolo e balzano
per il Re avrà il sapore di questa rivolta,
sicché, fossimo pure martiri per fedeltà al Re,
saremo vagliati da un vento così violento
che persino il nostro grano parrà leggero come pula
e il bene non verrà distinto dal male.
ARCIVESCOVO
No, no, mio signore. Considerate. Il Re è stanco
di sospetti tanto sottili e capziosi.
Poiché ha scoperto che risolvere un dubbio con la morte
ne suscita due maggiori in chi sopravvive,
e pertanto cancellerà dai suoi libri i vecchi conti
e non conserverà testimonianza nella mente
che possa ripetere e raccontare le sue perdite
a nuova memoria. Infatti sa benissimo
che non può liberare dalle erbacce la sua terra
con l’ampiezza che i suoi sospetti suggerirebbero.
I nemici sono così radicati fra gli amici
che, strappando per estirpare un nemico,
svelle egualmente e scuote un amico.
Così che questa terra, come una moglie ingiuriosa
che l’ha fatto adirare fino a spingerlo alle percosse,
mentre egli vuol batterla tiene alto il figlioletto
e sospende la punizione incombente
nel braccio levato per somministrarla.