Page 931 - Shakespeare - Vol. 2
P. 931
Ho pesato attentamente con una giusta bilancia
i torti che le nostre armi possono fare e i torti che subiamo,
e trovo che i nostri mali pesano più delle nostre offese.
Vediamo in che senso corre il flusso del tempo,
e siamo strappati dal luogo quieto che in esso abbiamo
dal torrente impetuoso dell’occasione,
e abbiamo l’elenco di tutte le nostre lagnanze
da mostrare, a tempo opportuno, in una serie di articoli;
elenco che già da gran tempo offrimmo al Re,
ma non potemmo con nessuna istanza ottenere udienza.
Quando subiamo torti e vogliamo esporre lamentele,
ci è negato accesso alla sua persona,
proprio da coloro che più ci hanno fatto torto.]
I pericoli dei giorni or ora trascorsi,
la cui memoria è scritta sulla terra
con sangue ancora visibile, e gli esempi
che occorrono ogni minuto, anche adesso,
ci hanno fatto indossare queste armi disdicevoli,
non per rompere la pace o un qualsiasi suo ramo,
ma per stabilire qui una pace vera,
in cui al nome corrisponda il fatto.
WESTMORELAND
Quando mai il vostro appello fu respinto?
In che modo siete stato offeso dal Re?
Quale nobile è stato subornato per angariarvi,
sicché ora sigillate il libro fuorilegge e sanguinario
della ribellione menzognera con un sigillo divino
e consacrate la lama amara della sommossa?
ARCIVESCOVO
Il mio fratello generale, il popolo,
la crudeltà privata al mio fratello carnale, 209
sono queste, specialmente, le mie vertenze.
WESTMORELAND
Non vi è necessità di queste riparazioni,
e se vi fosse, non toccherebbero a voi.