Page 856 - Shakespeare - Vol. 2
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Mi addolora dovervi costringere a credere
quel che volesse Iddio che non avessi visto.
Ma questi miei occhi lo videro coperto di sangue
che si difendeva debolmente, allo stremo e sfiatato,
da Harry Monmouth, la cui furia impetuosa schiacciò
l’indomabile Percy fin giù a terra,
donde vivo mai più si sollevò.
In breve, la morte di lui, il cui spirito prestava
fuoco anche al più spento zotico dei suoi,
saputa che fu, tolse fuoco e calore
anche al più coraggioso e vigoroso dei suoi uomini.
Poiché la tempra di lui rendeva i suoi di acciaio,
e una volta che essa si perse, tutti gli altri
ricaddero su di sé, vile piombo pesante.
E come quella cosa che pesa di per sé
se spinta fugge con velocità maggiore,
così i nostri, appesantiti dalla perdita di Hotspur,
resero questo peso tanto leggero con la paura
che le frecce non volarono più veloci al bersaglio
di come i nostri soldati, mirando alla salvezza,
fuggirono dal campo. Allora il nobile Worcester
fu in un attimo prigioniero, e il furioso scozzese,
il sanguinario Douglas, la cui spada operosa
aveva tre volte ucciso il simulacro del Re, 20
perse coraggio e riabilitò la vergogna
di quelli che avevano voltato le spalle, e nella fuga,
cadendo per la paura, fu catturato. La conclusione
è che il Re ha vinto e ha inviato
un esercito veloce contro voi, signore,
sotto il comando del giovane Lancaster
e di Westmoreland. Queste le notizie, tutte.
NORTHUMBERLAND
Avrò tempo sufficiente per dolermene.
Nel veleno è medicina, e le notizie che
da sano mi farebbero ammalare
ora che son malato mi hanno quasi guarito.
E come il disgraziato i cui arti deboli di febbre