Page 81 - Shakespeare - Vol. 2
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RE FILIPPO
Amate il dolore quanto vostro figlio.
CONSTANCE
Il dolore ha riempito il vuoto lasciato da mio figlio,
dorme nel suo letto, cammina su e giù con me,
indossa il suo piacevole sembiante, ripete le sue parole,
mi ricorda tutti i suoi tratti aggraziati,
riempie i suoi abiti vuoti con la sua forma.
Non ho allora ragione d’amare il dolore?
Addio: se aveste sofferto una perdita come la mia
io vi saprei dare un conforto migliore
di quello che mi avete dato.
Non manterrò quest’ordine sulla mia testa
quando ho un tale disordine nella mia mente.
Oh Signore! ragazzo mio, mio Arthur, figlio mio bello!
Vita mia, mia gioia, mio nutrimento, tutto il mio mondo!
Conforto d’una vedova, cura dei miei dolori! 127
[Esce.]
RE FILIPPO
Temo qualche pazzia, la seguo.
[Esce.]
LUIGI
Non c’è niente in questo mondo che mi rallegri:
la vita è noiosa come una storia che raccontata più volte 128
infastidisce l’orecchio pigro d’uno già mezzo addormentato;
l’amara vergogna ha guastato il dolce sapore della parola
che ormai produce solo vergogna e amarezza.
PANDOLFO
Nella convalescenza d’una malattia grave,
proprio nell’istante del recupero e della guarigione,
la fitta è fortissima, 129 i mali che se ne vanno
mostrano tutto il loro peggio al momento del congedo.
Cosa mai avete perduto con la perdita odierna?