Page 627 - Shakespeare - Vol. 2
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ricco epulone gli leccano le piaghe; 173 tipi che in realtà non sono mai stati
soldati, ma servitori licenziati per disonestà, figli cadetti di fratelli cadetti,
garzoni d’osteria scappati, stallieri disoccupati, i parassiti di un mondo
tranquillo e di una lunga pace, dieci volte più stracciati e pezzenti di una
vecchia bandiera sbrindellata. E quelli che ho preso per rimpiazzare gli altri
che hanno comprato l’esonero sono così mal ridotti che sembra mi porti dietro
centocinquanta figlioli prodighi cenciosi, appena tornati dal pascolare i porci,
e dal mangiare avanzi e bucce. 174 Un mattacchione mi ha incontrato per via,
e m’ha detto che ho alleggerito tutte le forche e reclutato i cadaveri. Nessuno
ha mai visto dei simili spaventapasseri. Per Coventry con loro non passo,
questo è certo. Fra l’altro i furfanti marciano a gambe larghe, come se
avessero i ceppi, e in effetti i più li ho presi di prigione. In tutta la compagnia
non ci sarà una camicia e mezza, e la mezza è fatta con due fazzoletti cuciti
insieme alla meglio e gettati sulle spalle come una cotta da araldo senza
maniche; quanto alla camicia, a dire il vero è stata rubata all’oste di Saint
Albans, oppure al locandiere di Daventry, 175 quello col naso rosso. Ma non fa
niente, troveranno tutta la biancheria che gli serve ad asciugare su ogni
siepe.
Entrano il Principe e Lord Westmoreland.
PRINCIPE
Ebbene, Jack gonfiato? Ebbene, imbottita? 176
FALSTAFF
Che, Hal? Dunque, pazzerello? Che diavolo ci fai nella contea di Warwick?
Buon Lord Westmoreland, vi chiedo scusa. Pensavo che vostro onore fosse
già a Shrewsbury.
WESTMORELAND
Davvero, Sir John, dovrei essere là da un pezzo, e anche voi, ma le mie
truppe mi hanno preceduto. Il Re, ve lo posso dire, ci aspetta tutti. Dobbiamo
proseguire tutta la notte.
FALSTAFF
Bah, non temete per me: sono vigile 177 come una gatta che vuol rubare della
panna.