Page 621 - Shakespeare - Vol. 2
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MESSAGGERO

               Non può venire, signore. È assai malato.



              HOTSPUR
               Perdio! Com’è che ha il comodo di ammalarsi
               in un momento così agitato? Chi comanda le sue forze?
               Agli ordini di chi stanno arrivando?



              MESSAGGERO

               La sua lettera, non io, dice il suo pensiero.


              WORCESTER

               Dimmi, ti prego, è costretto a letto?



              MESSAGGERO
               Sì, i quattro giorni prima che partissi,
               e quando poi mi sono avviato
               i medici temevano molto per lui.



              WORCESTER
               Avrei preferito che i tempi fossero risanati

               prima che a lui venisse una malattia.
               La sua salute non ha mai avuto più valore di adesso.



              HOTSPUR
               Malato ora? Debole ora? Il suo è un morbo che infetta
               fin il sangue vitale della nostra impresa.

               Il contagio arriva sin qui, nel nostro campo.
               Egli mi scrive di una malattia interna,
               e che i suoi amici non poterono essere riuniti
               tanto in fretta per mezzo di terzi, né gli sembrava giusto
               affidare un incarico così pericoloso ed essenziale

               a chiunque altro tranne che se stesso.
               Eppure ci consiglia arditamente
               di proseguire con le nostre poche forze,

               per vedere come la fortuna ci sia disposta,
               poiché, scrive, è troppo tardi per tirarsi indietro,
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