Page 581 - Shakespeare - Vol. 2
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FALSTAFF
Sangue di Dio, morto di fame che non sei altro, pelle di anguilla, lingua di
manzo secca, nerbo di bue, stoccafisso... Avessi il fiato per dire quel che ti
assomiglia! Tu, canna di sarto, tu, guaina di spada, astuccio d’archetto, vile
lama stemprata!
PRINCIPE
Bene, prendi pure fiato, e poi ricomincia, e quando ti sarai stancato a furia di
paragoni sporchi, sentimi dire solo una cosa.
POINS
Attento, Jack.
PRINCIPE
Noi due abbiamo visto voi quattro assalire altri quattro, legarli e impadronirvi
del loro denaro. Ora sta’ a sentire come una storia semplice basterà a
scornarti. Poi noi due saltammo addosso a voi quattro, e bastò un grido per
farvi mollare la preda, e ce l’abbiamo, e possiamo mostrarvela qui nella
locanda. E tu, Falstaff, portasti via le tue trippe con tanta destrezza e
velocità, e implorasti pietà, e continuasti a correre e mugolare, che non ho
mai udito un torello mugolare così. Che cialtrone che sei a intaccare la tua
spada a quel modo e poi dire che è stato in battaglia! Che trappola, che
trucco, che sotterfugio mi trovi ora per nasconderti da questa vergogna chiara
e lampante?
POINS
Avanti, facci sentire, Jack. Che trucco hai in serbo?
FALSTAFF
Giuro su Dio, vi ho riconosciuto quanto vi conosce colui che vi ha fatto.
Suvvia, padroni miei, state a sentire: stava forse a me ammazzare l’erede
presuntivo al trono? Dovevo forse saltare addosso al vero principe? Tu sai
bene che sono valoroso quanto Ercole, ma bada all’istinto. Il leone non tocca
il vero principe. L’istinto è una gran cosa. Sono stato vigliacco per istinto.
Avrò una più alta opinione di me, e di te, finché vivo: di me come leone
valoroso, di te come vero principino. Ma, perdio, ragazzi, sono felice che
avete il denaro. Ostessa, spranga le porte. Veglia stanotte, prega domani. 92
Galanti, compagni, ragazzi, cuori d’oro, tutti i titoli dell’amicizia siano vostri!