Page 536 - Shakespeare - Vol. 2
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con  l’ora  che  è?  A  meno  che  le  ore  non  siano  bicchieri  di  vino,  i  minuti
          capponi, gli orologi lingue di ruffiane, i quadranti insegne di bordelli, e il sole
          benedetto una bellezza calorosa vestita di taffettà rossa fiammante,                           15   non
          vedo proprio perché dovresti farmi una domanda così inutile come chiedere

          l’ora.



              FALSTAFF
          Vedo che mi capisci bene, Hal, infatti noi ladri andiamo secondo la luna e le
          sette stelle,   16  non certo secondo Febo, il “soave cavalier vagabondo”.                      17  E ti
          pregherei, caro il mio ragazzaccio, quando sarai re, il che, con ogni rispetto

          per la tua grazia, anzi dovrei dire la tua maestà, ché grazia non ne avrai...


              PRINCIPE

          Come, non avrò grazia?



              FALSTAFF
          Nessuna, giuro, nemmeno il deo gratias che basta da prologo a un uovo al
          burro.  18



              PRINCIPE
          E perché? Parla più chiaro, più chiaro.



              FALSTAFF
          Stavo dicendo, caro mio, quando sei re non permettere mica che noi guardie
          del corpo della notte veniamo trattati alla stregua di ladri della bellezza del

          giorno. Lasciaci fare i guardiacaccia di Diana, gentiluomini dell’ombra, favoriti
          della luna; e che la gente ci giudichi uomini di buon governo, governati come
          siamo, al pari del mare, dalla nostra nobile e casta signora luna, sotto la cui

          protezione noi... lavoriamo.         19


              PRINCIPE

          Dici bene, il paragone è azzeccato. Infatti la fortuna di noi uomini della luna
          cresce  e  scema  come  la  marea,  essendo  parimenti  governata  dalla  luna.
          Eccotene la prova: una borsa d’oro risolutamente sgraffignata lunedì notte e
          dissolutamente  scialacquata  martedì  mattina,  ottenuta  gridando  “Giù  le

          mani!” e spesa sbraitando “Da bere!”, ora in bassa marea come ai piedi della
          scala, e poco dopo in acque alte come la cima della forca.                    20
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