Page 511 - Shakespeare - Vol. 2
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l’età. Gli scherani che ne hanno sostenuto l’ascesa, Worcester e
Northumberland, mordono il freno, si ritengono sottopagati, e tentano una
rivolta per porre sul trono quel Mortimer che il defunto Riccardo II aveva
indicato come erede legittimo. Il loro leader è il giovane Hotspur, cavaliere
da tutti ammirato, che si lascia facilmente manovrare dal padre e dallo zio,
seguendo una passione smodata per l’onore, e senza andar troppo per il
sottile per il resto.
Questa la trama pubblica, che regge il dramma ma può rientrare sotto la
rubrica “travagli di un regno ottenuto disonestamente” e ci regala il
personaggio di Hotspur che se ne stacca vistosamente. La trama comica o
privata è la vita di tutti i giorni del furfantesco Falstaff, fra taverna e
imboscate e la sua amicizia col Principe. Qui, come con Hotspur, Shakespeare
ha modo di sbrigliare la sua fantasia, o forse possiamo dire il suo realismo.
L’Inghilterra del Quattrocento sfuma nella Londra elisabettiana, e il
drammaturgo ci porta per le strade e nelle locande del paese, ci fa udire
tavernieri, osti, mercanti, borsaioli, certamente presentandoli secondo certe
topiche, ma cercando una rappresentazione più realistica di quanto non faccia
con gli zotici delle commedie (o ad esempio i giardinieri compiti del Richard
II). Atmosfera e colore sono forniti da scene di genere come quella dei
vetturali che apre l’atto II e la beffa di Hal al cameriere Francis all’inizio della
scena iv dello stesso atto, la scena più lunga e spassosa del dramma, vero
trionfo di Falstaff re. Del resto l’ampiezza della rappresentazione è comune a
entrambe le trame: tutta l’Inghilterra è presente sotto i nostri occhi, dal
Galles di Glendower, alla Scozia di Douglas, al Nord dei Percy, alle strade di
Rochester o Coventry percorse faticosamente dal banditesco capitano
Falstaff. Non per nulla nella scena centrale del dramma ( III, i) appare una
mappa della nazione, che i ribelli vogliono spartirsi, mentre il Re e in modo
diverso il drammaturgo vogliono tenerla unita.
Il tema di fondo è appunto l’educazione del Principe, che da una parte deve
come Odisseo prendere conoscenza del mondo in tutte le sue sfaccettature,
dall’altra deve praticare un salutare distacco dai vari ambiti che frequenta,
non compromettersi con alcuno di essi. Così se il suo star lontano dalla corte
è superficialmente segno di un carattere ribelle, esso vale anche a tenerlo
fuori dal cono d’ombra delle ambiguità paterne. Analogamente egli si
mantiene equidistante da Hotspur e Falstaff, entrambi a tutti gli effetti fuori
legge. Non vi è insomma per lui punto di riferimento sicuro, e la sua astuzia e
saggezza sarà quella di non scoprire le carte anzitempo, e di agire
decisamente al momento opportuno: sconfiggendo in duello Hotspur a