Page 509 - Shakespeare - Vol. 2
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PREFAZIONE







          «Nessuno dei drammi di Shakespeare è più letto della prima e seconda parte

          di Henry IV», scriveva Samuel Johnson nel 1765. «Forse nessun autore ha mai
          dato in due drammi tanto piacere.»
          A  distanza  di  oltre  due  secoli,  nonostante  l’emergere  ottocentesco  dello

          Shakespeare tragico, la prima affermazione resta vera per quanto riguarda la
          cultura  inglese  e  americana,  che  continua  a  vedere  nel Henry IV  un  nodo
          centrale del canone, in un certo senso il miglior punto di partenza, poiché in
          esso dopo tutto tragico storico e comico convergono. Altri drammi saranno
          letti  quanto Henry IV,  ma  nessuno  di  più.  E  vera  rimane  certo  la  seconda

          affermazione,  poiché  non  è  dubbio  che  Falstaff  sia  «il  più  completo
          personaggio comico del dramma shakespeariano» (Baldini), figura imponente
          in tutti i sensi che ha avuto un suo destino nell’immaginazione occidentale

          tanto  da  scollarsi  dall’opera  in  cui  vive.  Come  fuori  (e  a  volte  dentro)  la
          cultura angloamericana non c’è bisogno di aver letto il lungo e a tratti arduo
          romanzo di Herman Melville per sapere di Moby Dick, così Falstaff è noto a
          quelli (e sono la maggioranza) che non conoscono Henry IV, o magari hanno
          presente solo la reincarnazione farsesca del massiccio cavaliere nelle Merry

          Wives of Windsor (o la geniale ricreazione verdiana).
          Henry IV  è  meno  rappresentato  all’estero  di  altre  opere  shakespeariane  a
          causa  della  complessità  che  comporta  la  messa  in  scena  di  questo  grande

          affresco di vita nazionale. Anche prendendo solo la Parte I, che è a tutti gli
          effetti (ma molti non lo sanno) un dramma a sé stante, ci sono almeno tre
          ruoli da primi attori, il principe Hal, il coetaneo rivoltoso Hotspur, e Falstaff
          (rispettivamente 535, 545 e 585 righe di testo), con a ruota comprimari come
          il  titolare  stesso  del  dramma,  re  Enrico,  e  il  cospiratore  un  po’  sinistro

          Worcester  (si  pronuncia  /  woster  /),  il  negromantico  capo  dei  gallesi
          Glendower, e via dicendo, per un totale di 32 parti maschili e tre femminili (di
          cui  due  significative).  E  poi  il  regista  continentale  si  porrà  il  problema  del

          titolo: su un cartellone Enrico IV dice certo di meno di Riccardo III o Otello, e
          infatti come si è detto il Re non è proprio al centro del dramma. La stessa
          idea del dramma storico non è atta a suscitare curiosità, per chi non sa chi
          era  questo  Enrico IV  (1367-1413),  con  quali  mezzi  discutibili  si  procurò  il
          trono, nientemeno che assassinando il suo predecessore (vedi Richard II), o

          che  suo  figlio  Enrico V  (1387-1422)  sarà  un  eroe  nazionale,  il  vincitore  di
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